La Commissione ha adottato oggi la dodicesima relazione sui progressi compiuti per quanto riguarda i programmi di ricollocazione e di reinsediamento di emergenza dell'UE, in cui valuta le azioni intraprese a partire dal 12 aprile 2017.
Grazie ai maggiori sforzi profusi dagli Stati membri, il numero delle persone ricollocate dall'inizio del 2017 ad oggi è quasi uguale a quello dell'intero 2016. Finora sono state ricollocate in tutto 18 418 persone, il che dimostra che la ricollocazione funziona se vi è la volontà di rispettare quanto concordato assieme in uno spirito di leale cooperazione. Tuttavia, sebbene la maggior parte degli Stati membri sia attiva e proceda con regolarità alle ricollocazioni, alcuni Stati membri non ne hanno ancora effettuata nessuna, venendo meno ai loro obblighi giuridici. Per quanto riguarda il reinsediamento, gli Stati membri hanno continuato a compiere progressi significativi, offrendo finora a 16 163 persone percorsi migratori sicuri e legali, pari a oltre due terzi dei reinsediamenti concordati nell'ambito del programma dell'UE. Basandosi sulle raccomandazioni del mese scorso, la relazione odierna si concentra sugli Stati membri che non stanno onorando i loro impegni.
Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: "I risultati conseguiti finora dimostrano che se ci sono la volontà e la determinazione degli Stati membri la ricollocazione può funzionare. Il successo del meccanismo di ricollocazione non può dipendere solo da alcuni Stati membri. La solidarietà in termini giuridici, politici e morali non può essere interpretata in modi diversi. Esorto quindi gli Stati membri che hanno sistematicamente omesso di rispettare i propri obblighi a cominciare ad adempierli immediatamente. I dati globali sul reinsediamento sono la prova di quello che la cooperazione e il coordinamento rafforzati a livello di UE possono fare nella pratica. È tempo ormai che si ottengano gli stessi risultati anche per la ricollocazione".