In un ultimo sforzo volto a individuare soluzioni per affrontare il grave problema dell'inquinamento atmosferico nell'Unione europea, il commissario europeo per l'Ambiente, Karmenu Vella, ha invitato i ministri di nove Stati membri a riunirsi a Bruxelles martedì 30 gennaio.
I nove Stati membri, ossia la Repubblica ceca, la Germania, la Spagna, la Francia, l'Italia, l'Ungheria, la Romania, la Slovacchia e il Regno Unito, sono sottoposti a procedure di infrazione per il superamento dei limiti stabiliti per l'inquinamento atmosferico. L'incontro offre agli Stati membri l'opportunità di dimostrare che adotteranno misure adeguate per correggere la situazione attuale senza indugio e nel rispetto della legislazione europea.
Il commissario Karmenu Vella ha dichiarato: "L'incontro sulla qualità dell'aria è stato convocato per tre motivi: proteggere i cittadini, chiarire che ci saranno conseguenze giuridiche se non vi sarà un miglioramento della qualità dell'aria, ricordare agli Stati membri che questa opportunità è l'ultima di una lunga, alcuni direbbero troppo lunga, serie di offerte di aiuto, consulenze e avvertimenti. La Commissione ha una responsabilità diretta nei confronti di milioni di cittadini europei — giovani e anziani, malati e sani — che risentono della scarsa qualità dell'aria. I genitori dei bambini che soffrono di bronchite o i figli di chi soffre di malattie polmonari vorrebbero vedere un miglioramento della qualità dell'aria il prima possibile. Per loro, i piani d'azione con obiettivi a 10-12 anni o i piani inefficaci sono inutili".
Come sottolineato dal presidente Juncker nel discorso sullo stato dell'Unione nel 2016, l'obiettivo è realizzare un'Europa che protegge. Ogni anno, più di 400 000 cittadini europei muoiono prematuramente a causa della cattiva qualità dell'aria e sono ancora più numerosi quelli che soffrono di malattie respiratorie e cardiovascolari provocate dall'inquinamento atmosferico. In termini economici, la cattiva qualità dell'aria costa ben oltre 20 miliardi di euro l'anno all'economia europea, a causa dell'aumento delle spese mediche e della riduzione della produttività dei lavoratori.