Trasporti: la Commissione deferisce alla Corte di giustizia dell'UE la REPUBBLICA CECA per non aver impedito il "turismo della patente di guida", e l'ESTONIA, l'ITALIA, il PORTOGALLO e la SLOVENIA per non aver aderito alla rete delle patenti di guida

La Commissione europea ha deciso di deferire la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Italia, il Portogallo e la Slovenia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver recepito correttamente la normativa europea sulla patente di guida (direttiva 2006/126/CE).

La Commissione europea ha deciso di deferire la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Italia, il Portogallo e la Slovenia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver recepito correttamente la normativa europea sulla patente di guida (direttiva 2006/126/CE).

In particolare, la Repubblica ceca è venuta meno, nel periodo 2004-2011, all'obbligo di assicurare che la patente di guida sia rilasciata esclusivamente ai residenti nel territorio nazionale, un requisito essenziale della lotta al cosiddetto "turismo della patente di guida". Le patenti di guida rilasciate in passato in contraddizione con la direttiva 2006/126/CE e tuttora valide minano la credibilità del sistema europeo delle patenti di guida e la sicurezza della circolazione stradale. La Repubblica ceca non ha inoltre ottemperato a numerose altre disposizioni, ad esempio garantire che le categorie di determinati veicoli corrispondano a quelle della direttiva.

La Commissione europea ha altresì deciso di deferire l'Estonia, l'Italia, il Portogallo, la Repubblica ceca e la Slovenia alla Corte di giustizia per non aver aderito alla rete dell'UE delle patenti di guida ("RESPER"), come previsto dalla direttiva 2006/126/CE. RESPER può aiutare gli Stati membri a cooperare tra loro e a garantire che le patenti siano rilasciate in conformità alla normativa dell'UE. Lo scambio di informazioni tramite RESPER doveva iniziare il 19 gennaio 2013.

La Commissione europea ha avviato le procedure di infrazione nel luglio 2014 e ha inviato un parere motivato agli Stati membri interessati nel febbraio 2015. Poiché a oggi gli Stati membri non hanno ancora ottemperato ai loro obblighi ai sensi della direttiva 2006/126/CE, la Commissione ha deciso di deferire i casi alla Corte di giustizia dell'UE.

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