La Commissione ha avviato in data odierna un procedimento d'infrazione nei confronti della Polonia inviandole una lettera di costituzione in mora per la legge sulla Corte suprema.
Poiché la nuova legge polacca abbassa da 70 a 65 anni l'età pensionabile obbligatoria per i giudici della Corte suprema, il 3 luglio 27 dei 72 giudici - più di uno su tre - rischiano di essere collocati in pensione d'ufficio. La misura si applica anche al primo presidente della Corte suprema, che vedrebbe terminare in anticipo il suo mandato sessennale. La legge consente agli attuali giudici di chiedere una proroga del mandato attivo al presidente della Repubblica, che può concederlo per un triennio, rinnovabile una sola volta. La decisione del presidente non è subordinata ad alcun criterio e contro di essa non è ammesso ricorso per via giudiziaria.
La Commissione ritiene che queste misure ledano il principio di indipendenza della magistratura, in particolare nell'aspetto dell'inamovibilità dei giudici, e che la Polonia venga quindi meno agli obblighi assunti con l'articolo 19, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea (TUE) in combinato disposto con l'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
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