La nona relazione sui progressi dell'Unione sulla sicurezza, pubblicata oggi, evidenzia le recenti iniziative volte a prevenire il finanziamento del terrorismo attraverso il traffico illecito di beni culturali e a migliorare l'interoperabilità dei sistemi d'informazione dell'Unione europea.
Basandosi su una valutazione complessiva della politica di sicurezza dell'UE a decorrere dal 2001, la relazione sottolinea le lacune e sfide cui è necessario far fronte. L'attuazione incompleta delle politiche in vigore resta un problema irrisolto, come anche l'evoluzione delle minacce (radicalizzazione, criminalità informatica): nell'insieme, questi elementi potrebbero richiedere modifiche degli strumenti in vigore.
Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: «Nell'attuale contesto di sicurezza in rapido cambiamento è necessario intensificare gli sforzi per ottenere risultati su tutti gli elementi essenziali e accelerare i lavori per pervenire ad un' autentica ed effettiva Unione della sicurezza. La frammentazione ci rende tutti vulnerabili; l'unità e la fiducia, grazie ad una cooperazione più intensa e ad un più agevole scambio di informazioni tra Stati membri, sono l'unico modo che permette all'UE di apportare un concreto valore aggiunto e dare sicurezza ai cittadini europei.»
Julian King, Commissario per l'Unione della sicurezza, ha dichiarato: «La valutazione complessiva risponde all'impegno, che ho preso dinanzi al Parlamento europeo, di procedere a una revisione approfondita della politica di sicurezza dell'UE, la prima in 16 anni. Gli insegnamenti da trarre sono importanti, non ultima la necessità di una maggiore agilità nel reagire ad uno scenario di minacce in continua evoluzione. Avremo occasione di discuterne con il Parlamento in settembre.»